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Studenti italiani realizzano azioni sostenibili nelle scuole

Organizzare giochi e interventi artistici che sensibilizzino sulla produzione dei rifiuti, sul riciclaggio e sull'inquinamento del suolo in varie parti della città. Raccogliere fondi per cambiare il sistema idraulico a scuola, evitando spreco d'acqua. Ridurre il consumo di energia elettrica del 20% a casa e presentare un piano di riduzione dei consumi anche a scuola. Queste sono alcune delle azioni delineate da 200 studenti di tre scuole italiane, che hanno partecipato al progetto “Prendiamoci cura del pianeta” - percorso di Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS) e Cittadinanza Scientifica che ha coinvolto 3 scuole italiane e centinaia di altre scuole in 15 paesi europei.

In Italia, il progetto è coordinato dall'Associazione Jangada, Viração Educomunicação Onlus, l’Area della Ricerca di Bologna, con la collaborazione dell'Associazione Italiana di Educazione ai Media e alla Comunicazione (MED). Per 12 mesi, giovani di età tra i 13 e 16 dell'Istituto Comprensivo Giovanni Pascoli (Tricase, Puglia), Istituto Comprensivo Viale Venezia Giulia (Roma) e Istituto Compresivo di Tuenno (Trentino) hanno fatto ricerche, attività e discussioni intorno ad una sola idea – come prendersi cura del pianeta? E hanno concluso che il modo migliore per iniziare è agire a livello locale.

"È stato un momento di condivisione di saperi individuali e collettivi e un'esperienza intergenerazionale”, spiega Paulo Lima, coordinatore nazionale del progetto. “Ho visto tanti insegnanti e genitori coinvolti nelle diverse attività  che lavoravano insieme agli adolescenti. E non solo. Questo progetto è una prova che se ascoltiamo gli adolescenti, i bambini e le bambine e gli diamo degli strumenti per cambiare la loro realtà, allora loro ci stanno e vogliono contribuire a salvare il Pianeta". Nella valutazione della studentessa Giulia Bozzetti, della scuola del Trentino, "è stato arricchente partecipare perché il progetto ha coinvolto tutta la scuola. Siamo diventati un gruppo e il nostro lavoro è andato al di fuori della scuola stessa". Edoardo Rossi, della scuola pugliese, aggiunge: "Le attività che abbiamo sviluppato durante il progetto ci hanno reso più autonomi e critici per quanto riguarda i problemi ambientali. Abbiamo fatto un'esperienza di cambiamento dal basso."

Il passo successivo, oltre alla realizzazione delle azioni previste a scuola e nella comunità, è la presentazione dei risultati del progetto a livello europeo. Dal 19 al 23 maggio a Bruxelles le delegazioni dei 15 paesi che partecipano al progetto s'incontreranno per condividere le esperienze e redigere un documento che sarà consegnato alle autorità europee e di ciascun paese.

Contatti
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Paulo Lima
paulo@viracao.org

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Francesca Alvisi
f.alvisi@ismar.cnr.it

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Nina Taarabit
nina.taarabit@mondepluriel.org

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